Come avrete notato non sto più aggiornando il blog
(altri impegni, altre priorità). Però continuo a mettere delle foto in rete
che potete trovare nella mia pagina di Google+.
Ciao!
Foto Estate 2017
mercoledì 27 dicembre 2017
martedì 11 ottobre 2016
domenica 13 settembre 2015
venerdì 11 settembre 2015
La spiaggia dei tronchi smuove l'inconscio.
Dunque, avevo in mente di raccontare vari momenti interessanti delle vacanze
ma gli impegni sono tanti in questo periodo per cui ne racconterò uno
e per il resto ci sono le foto.
______________________
La spiaggia dei tronchi.
C'è una spiaggia a Marina di Grosseto che mi smuove l'inconscio.
E' lunga un paio di kilometri ed io ne ho visti solo i primi trecento metri.
C'è una spiaggia a Marina di Grosseto che per come l'ho vissuta io
sembra rimandare a dimensioni inconsce.
E' una spiaggia selvaggia, fa parte del parco,
e viene lasciato che faccia il suo corso naturale.
La sabbia è piena di piccoli detriti naturali
mentre la spiaggia è piena di molte specie di piante, tra cui varie piante spinose,
ed è piena anche di molti tronchi di alberi portati dal mare.
Li vicino sfocia l'Ombrone che raccoglie molti alberi caduti
nel Parco dell'Uccellina e li porta nel mare. Il mare poi getta i tronchi lungo le spiagge.
E nel vedere e vivermi la bellezza di una spiaggia selvaggia
penso a come è bella la spiaggia piena di tronchi, legnetti e vegetazione.
Penso: come sono state ridotte male molte spiagge per farci gli stabilimenti balneari.
Ma soprattutto penso: mi sembra l'inconscio troppo spesso bistrattato,
allontanato, bloccato per la paura di ciò che potrebbe contenere.
Molte persone, con i tronchi degli alberi che si trovano sulla spiaggia,
costruiscono capanne. Capanne grandi e piccole. Di tutte le forme.
Anche noi ne abbiamo costruite due o tre.
Scavi una grande buca, ci pianti dentro un tronco grande a forma di Y,
blocchi bene il tronco e poi agganci alla Y tanti altri tronchi per formare
il tetto della capanna. Vengono bene, vengono belle
e funzionano: anche quando fuori il caldo è insostenibile,
dentro c'è l'ombra ed il fresco che sale dalla sabbia.
Questo rapporto diretto con la natura non domata
e questo trovarsi a costruire capanne, sentivo,
quando ero li, che mi rimandava a dimensioni umane antiche:
era come rivivere il momento in cui gli uomini abbandonano
le caverne e si inventano le "case".
Era come toccare con mano la creatività umana
che interviene nel mondo e fa comparire ciò che non c'era.
Due kilometri di spiaggia libera, selvaggia, piena di capanni.
Avrei voluto vederla tutta ma la passeggiata era troppo lunga per i nostri bambini
e non vi sono altre vie di accesso perché verso l'interno c'è il parco che la protegge.
Ne abbiamo visto una parte.
Camminare lungo quella spiaggia mi sembrava
rappresentare un tuffo nell'inconscio, un tuffo nella libertà.
E devo dire che in questo rappresentare un tuffo nella libertà
la spiaggia muoveva anche vaghi pensieri di bramosia o paura.
La curiosità di scoprire rischiava di sconfinare nella bramosia
di voler saltare i passaggi per riacquistare una dimensione perduta.
E veniva allora la paura di confondersi, di fare della libertà
il diritto a fare qualunque cosa scordando che
"la libertà è l'obbligo di essere esseri umani" (Fagioli).
Ma poi il rapporto con i bambini richiamava alla verità umana della vita:
la realizzazione sta nella disponibilità verso gli altri.
ma gli impegni sono tanti in questo periodo per cui ne racconterò uno
e per il resto ci sono le foto.
______________________
La spiaggia dei tronchi.
La capanna che abbiamo costruito noi. |
E' lunga un paio di kilometri ed io ne ho visti solo i primi trecento metri.
C'è una spiaggia a Marina di Grosseto che per come l'ho vissuta io
sembra rimandare a dimensioni inconsce.
E' una spiaggia selvaggia, fa parte del parco,
e viene lasciato che faccia il suo corso naturale.
La sabbia è piena di piccoli detriti naturali
mentre la spiaggia è piena di molte specie di piante, tra cui varie piante spinose,
ed è piena anche di molti tronchi di alberi portati dal mare.
Li vicino sfocia l'Ombrone che raccoglie molti alberi caduti
nel Parco dell'Uccellina e li porta nel mare. Il mare poi getta i tronchi lungo le spiagge.
E nel vedere e vivermi la bellezza di una spiaggia selvaggia
penso a come è bella la spiaggia piena di tronchi, legnetti e vegetazione.
Penso: come sono state ridotte male molte spiagge per farci gli stabilimenti balneari.
Ma soprattutto penso: mi sembra l'inconscio troppo spesso bistrattato,
allontanato, bloccato per la paura di ciò che potrebbe contenere.
Molte persone, con i tronchi degli alberi che si trovano sulla spiaggia,
costruiscono capanne. Capanne grandi e piccole. Di tutte le forme.
Anche noi ne abbiamo costruite due o tre.
Scavi una grande buca, ci pianti dentro un tronco grande a forma di Y,
blocchi bene il tronco e poi agganci alla Y tanti altri tronchi per formare
il tetto della capanna. Vengono bene, vengono belle
e funzionano: anche quando fuori il caldo è insostenibile,
dentro c'è l'ombra ed il fresco che sale dalla sabbia.
Questo rapporto diretto con la natura non domata
e questo trovarsi a costruire capanne, sentivo,
quando ero li, che mi rimandava a dimensioni umane antiche:
era come rivivere il momento in cui gli uomini abbandonano
le caverne e si inventano le "case".
Era come toccare con mano la creatività umana
che interviene nel mondo e fa comparire ciò che non c'era.
Due kilometri di spiaggia libera, selvaggia, piena di capanni.
Avrei voluto vederla tutta ma la passeggiata era troppo lunga per i nostri bambini
e non vi sono altre vie di accesso perché verso l'interno c'è il parco che la protegge.
Ne abbiamo visto una parte.
Camminare lungo quella spiaggia mi sembrava
rappresentare un tuffo nell'inconscio, un tuffo nella libertà.
E devo dire che in questo rappresentare un tuffo nella libertà
la spiaggia muoveva anche vaghi pensieri di bramosia o paura.
La curiosità di scoprire rischiava di sconfinare nella bramosia
di voler saltare i passaggi per riacquistare una dimensione perduta.
E veniva allora la paura di confondersi, di fare della libertà
il diritto a fare qualunque cosa scordando che
"la libertà è l'obbligo di essere esseri umani" (Fagioli).
Ma poi il rapporto con i bambini richiamava alla verità umana della vita:
la realizzazione sta nella disponibilità verso gli altri.
venerdì 21 agosto 2015
Non muore d'inverno, rinasce d'estate.
Abbiamo fatto un mese di campeggio minimalista. Siamo stati molto bene.
Ve lo racconterò piano piano.
Siamo partiti in treno con due bici, uno zaino grande, uno zaino da scuola
ed uno zaino piccolino.
Lo zaino grande conteneva tutto: i vestiti per 4 persone, 2 tende, 2 sacchi a pelo, 2 materassini.
Lo zaino da scuola conteneva: alcuni libri per i bimbi ed alcune medicine.
Lo zaino piccolino conteneva: il cibo per il viaggio.
_____________________
Gusci!!! Centinaia di gusci. |
Gusci.
"Se fin'ora hai cantato, adesso balla".
"Non muore d'inverno, rinasce l'estate".
Decine di gusci su ogni albero. Ogni mattina.
Abbiamo preso a raccoglierli.
Decine di gusci di un qualche insetto comparivano ogni mattina alla base dei tronchi dei pini.
Ma anche su altri tipi di albero ed anche su staccionate, corde, tende, scarpe, fili d'erba.
Questo succedeva in campeggio.
E' la soluzione del mistero era semplice ma non ci avevo pensato: CICALE!!!
Dato l'assordante frinire di migliaia di cicale che sentivamo in tutto il campeggio,
tutti quei gusci dovevano essere delle cicale.
"Se fin'ora hai cantato, adesso balla" rispose la formica alla cicala che chiedeva
del cibo, nella fiaba di Esopo e poi di La Fontaine.
Ma Esopo mentiva perché la "la cicala che gode l'estate, non muore d'inverno, rinasce l'estate" (Fagioli).
Il campeggio è stato un corso dal vivo sulle cicale. Il disegno è mio. |
La muta della larva in immagine finale è un momento bellissimo ed abbiamo
avuto l'occasione di vederlo dal vivo.
Di solito avviene di notte ma ci è capitato di vedere una cicala che effettuava
la muta la mattina davanti alla nostra tenda.
Vedere la testa che esce piano piano dal guscio della larva attraverso la schiena,
poi tutta la cicala che esce fuori e lascia il guscio attaccato all'albero
ed infine le ali che si dischiudono per diventare grandi a partire da minuscole escrescenze,
è uno spettacolo della natura.
In particolare è bellissimo il processo delle ali trasparenti che si srotolano a partire da piccoli grumi sui lati della larva e mostrano via via tutte le nervature che indurendosi fungeranno da struttua.
Ciclo di vita.
Il ciclo di vita delle cicale è curioso.
Il canto delle cicale ha funzione di richiamo sessuale per le femmine (che non cantano).
Quando queste raggiungono il maschio ha luogo il corteggiamento e l'accoppiamento.
Dopo 24 ore le femmine depongono le uova fecondate su ramoscelli o sterpi.
Dalle uova, quando si schiudono, escono le larve che danno inizio
alla loro vita sotterranea. Possono restare sottoterra per vari anni
ed in una specie restano sottoterra per 17 anni.
Le larve sono prive di ali ed hanno due zampe anteriori adatte allo scavo del terreno;
giunte a maturità escono dal suolo e cercano un albero dove arrampicarsi ed effettuare la muta.
Attaccate alla corteccia dell'albero lasciano l'involucro ninfale (i gusci nella foto)
e piano piano dispiegano le ali per poi prendere il volo ed andare sulla cima degli alberi
dove vivono per qualche giorno o, al massimo, qualche settimana.
La cicala si nutre della linfa degli alberi e a tal scopo possiede una proboscide.
![]() |
Si può vedere la proboscide. [Foto non nostra]. |
Curiosità.
In campeggio era frequente sentire delle microgoccie di liquido cadere dall'alto sulla pelle.
Alcuni dicono che sia la pipì delle cicale e comincio a pensare che sia in effetti così.
Nella specie di cicale le cui larve vivono 17 anni sottoterra, le larve escono dal suolo
tutte nelle stesso periodo ogni 17 anni.
Dato che poi tutta questa enorme quantità di cicale muore poco tempo dopo aver deposto
le nuove uova, il suolo si trova ad accogliere tutti corpi delle cicale morte
e questo crea dei cicli di 17 anni nella quantità e nelle specie di piante
che popolano i territori abitati da questa specie di cicale.
Non si sa come avviene che le larve riescano a contare i 17 anni
ed a sincronizzarsi sul periodo di fuoriuscita dal terreno.
Le larve di cicale hanno i condotti della pipì che confluiscono
verso le estremità delle zampe anteriori. In questo modo la pipì,
che esce dalle zampe, ammorbidisce il terreno e facilità lo scavare.
Mondi paralleli.
Ci sono tre mondi in pineta. Almeno tre mondi.
Uno al livello del terreno: con gli aghi di pino, le cortecce dei pini, il sottobosco, gli arbusti, i funghi, le formiche, gli animali del bosco che difficilmente si lasciano vedere ...
Un altro al livello delle chiome dei pini: con le chiome verdi, le cicale,
gli assioli (piccoli gufetti che si sentono cantare la notte quando smettono le cicale
e che vanno ghiotti di cicale), le ghiandaie (uccelli molto belli con una macchia di vivace blu sull'ala), ...
E poi c'è il mondo sotterraneo con le radici, le larve, le formiche, i vermi, ...
Questi tre mondi si incontrano raramente, almeno davanti agli occhi di noi umani.
I gufetti vivono sulle chiome lassù ed è raro vederne uno anche se di notte si riconosce benissimo il loro "chiuuu".
Le cicale, come i pini, collegano questi tre mondi.
Canto e verso
Nel parlare si dice, per esempio, "il canto delle cicale" ed anche "il canto dell'usignolo".
Ma forse dovremmo dire semplicemente "il verso delle cicale" ed "il verso dell'usignolo"
perché solo gli esseri umani cantano nel senso di produrre dei suoni
con solo scopo di cercare la bellezza e la melodia e senza seguire
una regola ed un comportamento prestabiliti.
ciao,
Guzman.
domenica 3 maggio 2015
Striscione.
Questo è il mio primo anno di insegnante di ruolo.
Per questo motivo a fine anno scolastico devo superare una prova.
Per questa prova devo fare dei corsi e scrivere delle relazioni.
Come sapete stavo scrivendo un lavoro sulla nascita della matematica nella mente umana.
Gli impegni mi impediscono di portare avanti questo lavoro
nel modo in cui vorrei per cui per il momento sospendo la pubblicazione
dei post riguardanti questa ricerca. Continuerò con tali post appena posso,
tra un mese o due.
Nel frattempo metto qua la foto di uno striscione
che i ragazzi di seconda mi hanno regalato per il mio compleanno (1° maggio).
E' stato un bel regalo, Grazie ragazzi.
Quella che si vede accanto allo striscione è una parete da arrampicata.
L'ho costruita io Natale. Linda la usa una volta ogni tanto, ma quando lo fa
lo fa con piacere. A Luca interessa meno però Luca ha ritrovato interesse per la cupola di tubi.
Per questo motivo a fine anno scolastico devo superare una prova.
Per questa prova devo fare dei corsi e scrivere delle relazioni.
Come sapete stavo scrivendo un lavoro sulla nascita della matematica nella mente umana.
Gli impegni mi impediscono di portare avanti questo lavoro
nel modo in cui vorrei per cui per il momento sospendo la pubblicazione
dei post riguardanti questa ricerca. Continuerò con tali post appena posso,
tra un mese o due.
Nel frattempo metto qua la foto di uno striscione
che i ragazzi di seconda mi hanno regalato per il mio compleanno (1° maggio).
E' stato un bel regalo, Grazie ragazzi.
Quella che si vede accanto allo striscione è una parete da arrampicata.
L'ho costruita io Natale. Linda la usa una volta ogni tanto, ma quando lo fa
lo fa con piacere. A Luca interessa meno però Luca ha ritrovato interesse per la cupola di tubi.
ciao.
lunedì 27 aprile 2015
La nascita della matematica nella mente umana.
La nascita della matematica nella mente umana.
Nasce il tempo
nella mente umana. Nasce perché la mente umana è in
grado di concepire le trasformazioni; meglio, è in grado di
affrontare trasformazioni. Trasformazioni del pensiero.
E' in grado di
rendere non esistente ciò che è e di rendere esistente
ciò che non è. E' in grado di far sparire e di
ricreare. Questa è l'attività intensa a cui va incontro
la mente del bambino appena nato.
Il bambino fa
sparire, nella mente, il mondo materiale freddo ed aggressivo e
ricrea, con la capacità di immaginare, la memoria-fantasia
delle sensazioni intrauterine avute dalla stimolazione della pelle.
Con questa immagine in mente, grazie a questa immagine, il bambino si
volge alla ricerca di un essere umano altro da sé.
Ed allora, noi
pionieri di questa terra sconosciuta a metà tra psicologia e
pensiero matematico, ci chiediamo se la matematica non nasca proprio
in quel momento, in quel volgersi del bambino alla ricerca di un
essere umano altro da sé.
Ci chiediamo: è
possibile ipotizzare che la nascita del tempo nella mente umana sia
anche la nascita della matematica?
Questa capacità
di percepire il movimento del tempo, di cui abbiamo parlato in questi
paragrafi, potrebbe portare con sé la capacità di
contare.
Questo passare da
qualcosa che sparisce a qualcosa che compare potrebbe essere
l'archetipo di quello che sarà il contare: ci si separa da un
prima per andare a un poi. O, detto con parole contrarie, il contare
potrebbe essere la traccia, la memoria, l'immagine, l'essenza di
quello che fu attuare la fantasia di sparizione contro la realtà
materiale per poi, in un tempo non quantificabile, immaginare che
dovesse esistere un altro essere umano diverso da se stessi.
Tempo e contare
sono intimamente connessi. Il muoversi degli eventi nel tempo
scandisce un ritmo che diventa contare. Ed allora ci chiediamo se il
primo numero fu lo 0 della fantasia di sparizione contro il mondo o
se invece il primo numero fu l'1 della memoria-fantasia delle
sensazioni intrauterine che crearono la mente ed il corpo umano del
neonato, seguito poi dal numero 2 che fu la speranza-certezza che
esiste un seno.
E poi ancora.
Abbiamo detto che la matematica è studio delle relazioni,
degli schemi, delle delle funzioni, delle trasformazioni,
rappresentate astrattamente e genericamente con delle frecce. Ci
chiediamo allora se queste trasformazioni, queste frecce, che la
matematica studia non siano la memoria e l'astrazione di quel primo
movimento che la mente del neonato fa per andare verso, volgersi,
indirizzarsi, rapportarsi, attaccarsi, ...
Ci chiediamo cioè
se la mente umana non sia in grado di fare matematica proprio in
virtù del fatto che essa nasce con un movimento di ricerca, di trasformazione.
Il neonato fa
sparire il non umano e si volge alla ricerca dell'umano: possiamo
forse immaginare che questa è la prima freccia. Possiamo
pensare che la prima freccia sta nel concetto di pulsione, che la
freccia sta nel concetto di rapporto.
La freccia è
l'immagine essenziale della speranza-certezza che esiste un seno.
La matematica
nasce dall'astrazione del concetto di relazione, nasce
dall'astrazione del rapporto del neonato con la mamma. Nasce da
questa capacità del bambino di cercare il contenuto.
La matematica
prende l'idea del tempo e del rapporto dai primi movimenti della
mente ... poi si indirizza a studiare il mondo ... astratto.
Scrive Fagioli:
“Ma io pensai
alla formula geniale E=mc2 e vidi che il pensiero parlava
con la matematica e non aveva espressione verbale. Mi chiedo, mi sono
sempre chiesto, se quell'espressione del pensiero in cui le lettere
diventano numero, renda, possibile, la conoscenza dell'istinto di
morte. La capacità di immaginare, con la matematica, è
soltanto nel rapporto con il mondo. E', forse, linea pura”.
Left, Ottobre 2014, n.41.
Left, Ottobre 2014, n.41.
Segue.
sabato 25 aprile 2015
La nascita del tempo nella mente umana.
La nascita del tempo nella mente umana
Pensiamo a quei
primi momenti del neonato appena uscito dal canale del parto:
la luce aggredisce
la retina, il neonato rende, con la fantasia, non esistente il mondo
materiale aggressivo, compare nella sua mente la memoria-fantasia
delle sensazioni intrauterine avute,
il neonato
immagina e si volge alla ricerca di una realtà umana oltre la
propria.
Vi è in
questi primissimi due pensieri (fantasia di sparizione contro il
mondo materiale e memoria-fantasia delle sensazioni intrauterine
avute) un volgersi del neonato dal mondo materiale al mondo umano.
Si tratta del
primo movimento della mente. Si tratta della nascita stessa della
mente.
La mente nasce
quindi con un movimento, con un volgersi, con un passare da un
momento a un altro, con un passare dal non umano all'umano, con un
passare da una situazione all'immaginarne un'altra. La mente nasce
con una trasformazione.
Possiamo qua
allora fare delle ipotesi.
Possiamo
ipotizzare che questo primo movimento della mente abbia forti
ripercussioni su tutta la strutturazione della mente stessa e sia
alla base dell'esistenza di certe categorie, mentali appunto, che gli
esseri umani hanno.
Più
precisamente ci chiediamo: è possibile pensare che questo far
sparire qualcosa per immaginare qualcos'altro, questo passaggio da un
momento a un altro, crei nella nostra mente la nozione di tempo? Crei
nella nostra mente il tempo stesso?
Ciò che
era, non è più; ciò che non era, è. Il
mondo materiale aggressivo non esiste nella mente, la
memoria-fantasia delle sensazioni avute esiste grazie alla capacita
di immaginare.
Questo primo
passaggio della mente da un momento a un altro, stiamo dicendo,
potrebbe determinare la nostra capacità di concepire e
rapportarsi con il tempo. La fantasia di sparizione insieme alla
capacità di immaginare potrebbero essere all'origine
dell'esistenza del concetto di tempo nella nostra mente in quanto
creerebbero nella mente l'idea della trasformazione.
La mente umana è
in grado di andare incontro a trasformazioni.
Nel feto non vi è
scorrere del tempo1
perché non vi è neanche la mente ma dobbiamo pensare
che altrettanto valga per gli animali. Dobbiamo pensare che sebbene
gli animali possano esperire il mondo che cambia, essi non riescano a
percepire la dimensione del tempo che passa perché il loro
cervello non ha in sé il concetto di trasformazione. Dobbiamo
pensare che gli animali sono in grado di avere ricordi fotografici di
situazioni varie ma che essi non possono concepire il passare del
tempo. Riescono cioè a percepire il movimento nello spazio,
il cambiamento del corpo nello spazio ma non la trasformazione della
mente nel tempo.
Il cucciolo di
cerbiatto che nasce, per qualcosa che lo rende diverso da un essere
umano, non realizza una fantasia di sparizione contro la realtà
materiale fredda ed aggressiva ma anzi realizza il massimo della
razionalità possibile per rapportarsi il meglio possibile con
questo mondo materiale cercando di ottimizzare le sue possibilità
di sopravvivenza. L'animale si muove con l'istinto che,
contrariamente a quanto comunemente pensato, è una spinta
razionale a ripetere, nelle stesse condizioni, sempre gli stessi
comportamenti automatici.
Vi è questa
grossa differenza tra gli animali e gli esseri umani: gli esseri
umani hanno la fantasia di sparizione.
Quei primi
pensieri del neonato creano nella mente l'idea della trasformazione e
con essa la possibilità di concepire il tempo.
1. “Avevo
scritto che la donna, linea pura, guardava le pareti della grotta.
E' sola a guardare le linee che sono colori. I colori che sono linee
senza il nero del buio da cui l'essere umano si è tolto
perché la donna-natura lo ha gettato nel mondo. Il corpo del
feto sparisce come se non fosse mai esistito. Il neonato è
una realtà che, prima, non è esistita. Non ha il
ricordo del tempo passato perché il tempo nel feto non
esiste. E' realtà biologica in rapporto con lo spazio.”
Massimo Fagioli, Left, numero
11, marzo 2015.
lunedì 20 aprile 2015
Teoria della nascita.
La teoria della nascita.
La teoria della
nascita è una teoria psicologica elaborata dallo psichiatra
italiano Massimo Fagioli1.
Esponiamo qua la
teoria e poi cercheremo di rintracciare nella descrizione che questa
teoria dà dei primi movimenti della mente umana anche la
nascita della matematica.
Il feto viene alla
luce attraverso il canale del parto.
Il feto è
fino a quel momento una realtà esclusivamente biologica.
Una volta alla
luce il neonato viene esposto a forti stimoli: luce, freddo, aria,
rumore.
La luce è
lo stimolo assolutamente nuovo.
I fotoni di luce
stimolano la retina del neonato.
La retina è
l'unica parte del cervello che si apre materialmente verso l'esterno.
E' stato
dimostrato che la foto-stimolazione della retina determina una
trasformazione radicale del cervello, rispetto alla fase uterina, in
quanto ad attività e zone coinvolte.
Il feto, nelle
ultime settimane di gestazione, ha maturato una potenzialità
di reagire che gli ha permesso di percepire con la sensibilità
della cute le qualità del liquido amniotico in forma di
benessere intrauterino (calore, omeostasi).
La reazione (ossia
la messa in atto della capacità di reagire) del feto rispetto
ai forti stimoli ed in particolare rispetto alla luce è,
secondo la teoria, quella di attuare una fantasia di sparizione
nei confronti del mondo materiale esterno. Una fantasia di sparizione
che rende, nella mente, non esistente tutto ciò che intorno a
lui non è umano (luce, aria, freddo, rumore).
Si tratta della
prima reazione mentale del neonato, del suo primo pensiero.
Il primo
pensiero quindi “fa di ciò che è, ciò che
non è”. Fa, nella mente, del mondo materiale qualcosa che
non è.
E' importante
notare che questa fantasia di far sparire qualcosa è nel
neonato sana, fisiologica e non patologica ed è per questo definita “fantasia”.
Subito dopo, in un
tempo non quantificabile, emerge, secondo la teoria, nella mente del
neonato, la “memoria-fantasia dell'esperienza avuta”
dentro al liquido amniotico.
Tale
memoria-fantasia, insieme alla capacità di immaginare, determina la ricreazione nella mente del neonato delle sensazioni
intrauterine. La ricreazione delle sensazioni intrauterine
costituisce un'immagine mentale, la prima immagine mentale
del neonato e, secondo Fagioli, la fonte stessa della realtà
psichica. Non vi è realtà psichica, non vi è
realtà umana, prima che questa dinamica avvenga.
Questa creazione di una immagine mentale costituisce il secondo pensiero del neonato e si tratta in questo caso di un pensiero che “fa di ciò che non è, ciò che è”: le sensazioni uterine non più esistenti vengono ricreate nella mente.
Questa creazione di una immagine mentale costituisce il secondo pensiero del neonato e si tratta in questo caso di un pensiero che “fa di ciò che non è, ciò che è”: le sensazioni uterine non più esistenti vengono ricreate nella mente.
La capacità
di immaginare quindi, specificamente umana, crea nella mente del
neonato il suo secondo pensiero costituto appunto da un'immagine ed è
questa prima immagine, questa ricreazione delle sensazioni
intrauterine, che consente al neonato una immediata e spontanea
ricerca di una realtà umana altra dalla propria, “una
speranza-certezza che esista un seno”.
Riassumendo
abbiamo quindi due momenti:
stimolazione
luminosa con conseguente fantasia di sparizione contro il mondo
materiale,
ricreazione delle
sensazioni intrauterine come prima immagine mentale con conseguente
speranza-certezza che esista un seno.
Stimolazione
luminosa, fantasia di sparizione contro il mondo materiale,
ricreazione delle sensazioni intrauterine, speranza-certezza che
esista un seno, sono i passaggi fondamentali all'origine del pensiero
umano e del tempo della vita umana nel senso che dobbiamo pensare che
prima che avvenga questa dinamica non vi è realtà
psichica e non vi è neanche tempo umano.
La fantasia di
sparizione inoltre va pensata come una dinamica specie-specifica
dell'essere umano perché tutto il regno animale è
sottoposto a stimolazione luminosa alla nascita ma negli altri
animali non si determina la formazione della psiche.
Nel rapporto al
seno inizia la dinamica relazionale. Nel caso in cui la risposta
materna sia ripetutamente deludente il bambino tenderà a
ripetere la dinamica di far sparire l'oggetto frustrante, ma questa
volta il far sparire sarà rivolto verso il mondo umano e non
più verso il mondo non umano. La dinamica di far sparire perde
allora il suo carattere fisiologico e si configura invece come
patologica nella cosiddetta pulsione di annullamento.
La pulsione di annullamento, nella teoria di Fagioli, è all'origine della malattia mentale in quanto tende a fare di ciò che è umano, ciò che non è.
La pulsione di annullamento, nella teoria di Fagioli, è all'origine della malattia mentale in quanto tende a fare di ciò che è umano, ciò che non è.
La nascita umana
fisiologicamente sana rende possibile uno sviluppo sano.
Se le situazioni
avverse determinano la malattia mentale resta comunque implicita la
possibilità, con la psicoterapia, di recuperare l'originaria
capacità di immaginare e con ciò di curare la malattia
mentale.
Nota 1:
Massimo
Fagioli, Istinto di morte e conoscenza, L'asino d'oro
edizioni, Roma 2010 (prima edizione 1972).
Massimo Fagioli,
La marionetta e il burattino, L'asino d'oro edizioni, Roma
2011 (prima edizione 1974).
Massimo Fagioli,
Teoria della nascita e castrazione umana, L'asino d'oro
edizioni, Roma 2012 (prima edizione 1975).
Massimo Fagioli,
Bambino donna e trasformazione dell'uomo, L'asino d'oro
edizioni, Roma 2013 (prima edizione 1980).
Ai suddetti volumi
di teoria, Fagioli ha poi affiancato numerose altre pubblicazioni.
La teoria della nascita è stata approfondita e ampliata, in
costante confronto con scoperte scientifiche che confermano gli
assunti delle formulazioni originarie.
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