Scuola: Cabri - Disegni - Sketchup

lunedì 30 dicembre 2013

Tante faccine disegnate da Linda

Non c'è dubbio, il nido li esauriva.
I bimbi tornavano esausti dal nido e non facevano più nulla durante la giornata.
Ora che sono a casa insieme a noi sono tornati a disegnare, saltare, correre, guardare i libri, far finta di cucinare ...

Ecco un piccolo disegno di Linda, fra i mille che sta facendo,
in cui ha disegnato tante faccine ciascuna composta di occhi e bocca:



{Come sempre, vorrei raccontare mille cose, ma ...}

ciao,
guz

lunedì 23 dicembre 2013

Il passato diventa passato.

Ho tante cose di cui vorrei scrivere
ma ho poco tempo e poche energie;
anche oggi mattinata all'ospedale densa di visite.

Pensieri e sensazioni.
Questa malattia mi libera da molti sensi di colpa che mi sono sempre portato dietro,
mi sembra di aver pagato abbastanza.
Mi fa anche, paradossalmente, sentire protetto e separato da questioni che
in passato mi hanno angosciato.
Mi fa anche, ovviamente, vedere il senso delle cose con un occhio totalmente diverso:
dettagli che erano un problema non lo sono più,
dettagli che erano insignificanti diventano importanti.

E, stranamente, mi fa sentire la possibilità di una crescita, di un superamento.

Il passato diventa passato.
Indietro non si torna.

ciao,
guzman.

sabato 21 dicembre 2013

Come Linfa.

E' come linfa.
Non è linfa ma è come linfa.
Scorre nel corpo come un fluido e poi va fino alla mente.
Le gambe, i piedi, i genitali, le braccia, la schiena, la spina dorsale, la nuca, la testa
ne sono permeate.
Le posizioni del corpo. I movimenti del corpo nello spazio. Anche i movimenti impercettibili.
E più ancora, il senso dei movimenti impercettibili scorre in questa sorta di linfa.
L'inconscio la percepisce, la conosce, ne fa il suo pane quotidiano,
ne prende energia o ce la lascia.
E la linfa nasce nel rapporto, nel rapporto soddisfacente, nel rapporto vitale.

Questa linfa è l'immagine. L'immagine interna di noi stessi. L'immagine interna del senso di noi stessi.
La donna che fa il passo in quel determinato modo,
il babbo che solleva il bambino in quel determinato modo ...

L'immagine si rafforza nella gioia del rapporto.
L'immagine si ammala nella malattia del rapporto ed allora
le gambe si piegano, la schiena cede, gli ormoni scarseggiano.
Non sono i muscoli, non è la fisiologia che non funziona.
Non è il cervello, non sono i neuroni che non funzionano.
E' il pensiero sottoforma di immagine che non riesce a dare forza ai gesti.
La linfa non scorre non arriva dove deve.
Il peso è troppo grande: la schiena cede, i genitali si atrofizzano.

Se avviene durante la fase dello sviluppo può compromettere alcune funzioni.

Rischio di sembrare razionale ma
ma sono piuttosto convinto che per me è andata così.
Troppo grande il peso da sostenere.
C'è stato un difetto di processo durante lo sviluppo
e sapevo da tempo che facevo fatica a produrre testosterone.
Per questo il mio senso di virilità non viene leso dall'asportazione di un testicolo;
ho già dovuto affrontare la questione anni fa.

Evidentemente il tessuto del testicolo è degenerato ancora di più.



[Nota: mi scuso per la durezza di certe parti dei post di questi giorni;
un po' ovviamente è il momento che è difficile,
un po' è il fatto che mi va di affrontare queste questioni per lasciarle alle spalle una volta per tutte.
E vi assicuro che ho addolcito e tagliato le parti ancor più dure.]





venerdì 20 dicembre 2013

Giorno 2

Ieri ho saputo questa cosa del tumore.
Oggi mi ha visitato il chirurgo.
"E' un operazione molto semplice, un taglietto e si asporta il testicolo".
Bene, perfetto.
Non credevo che togliersi una palla fosse così facile,
ieri ho saputo di doverlo fare ed a inizio gennaio sarà fatto.
Se qualcun'altro è interessato a togliersi inutili orpelli
sappiate che da queste parti la sanità è molto efficiente.
A parte gli scherzi, lo è davvero.

L'umore. Ieri avevo brividi di freddo;
non so se era la tensione o il raffreddore. Probabilmente la tensione.
La testa continuava a pensare fino al punto di astrarsi da tutto,
fino al punto di far sembrare tutto un film
per poi d'improvviso tornare alla realtà e dire "ah già, sono io, sta succedendo proprio a me".

Oggi sono stanco ma l'accelerazione dei pensieri è andata via.

C'è un filo che collega le mie esperienze di bambino e adolescente
alla questione che sto affrontando adesso.
Vorrei dire un filo rosso, ma non credo sia quello il colore giusto.
Forse verde, un po' acido, un po' malato.
E' un filo che ha collegato fra loro tutti gli avvenimenti e le scelte della mia vita.
E' un filo che riguarda l'immagine di se stessi che ciascuno ha.
Oggi quel filo si è rotto, e ne sono contento,
mi libera da qualcosa, mi fa sentire di non dovere più nulla a nessuno.

Avevo un anno ed i miei genitori sono stati sequestrati dai militari della dittatura
perché facevano parte di un gruppo contro la dittatura.
Quando avevo tre anni, circa, hanno liberato mia madre
e adesso che ho dei bimbi piccoli so valutare quanto tragico
deve essere stato il distacco e quanto difficile poi tentare di ricostruire il rapporto.
Quando avevo sette anni hanno liberato mio padre con la condizione
di essere mandati via dal paese.
Così mi sono ritrovato in Italia con mia madre
e con un padre di cui sapevo poco e niente.
Ho perso gli zii e la nonna a cui ero legato perché ero cresciuto insieme a loro
e mi sono ritrovato in un posto sconosciuto con un padre sconosciuto.
E mi dispiace ferire mio padre ma dopo sei anni di carcere
e con tutto il fallimento addosso era una persona che stava molto male:
era sempre molto arrabbiato, nervoso, di cattivo umore.
Il normale e sano rapporto padre-filgio è stato impossibile.



La schiena si curva, le gambe faticano, gli occhi si abbassano.
Nelle foto non sono più lo stesso bimbo ridente che ero.
Devo portare un peso troppo grosso.
Mia madre è tropppo impegnata a cercare di salvare la situazione
e non riesce a starmi dietro per come avevo bisogno.
Mi trovo in una solitudine affettiva.

Resisto in qualche modo. Come posso.
Sono ancora vivace con gli amici.
Sono bravo a matematica.
Mi diverto ai giardini.
Ma l'immagine della casa, dell'affetto e con ciò di me stesso, è debole.

Segue domani ...

ciao,
guzman.



Riporto un pezzetto di ciò che mi ha scritto il mio amico Luca del liceo,
mi ha fatto ridere e mi ha reso contento:
"ho letto il tuo post e ti rispondo in privato voglio solo ricordarti che Armstrong ha vinto 7 tour senza tutti gli "attributi" (e con un po' di doping)".

Ciao Grazie.

giovedì 19 dicembre 2013

Ho un tumore.

Ho un tumore.
Si. Un tumore al testicolo. Destro.
Due noduli di un centimetro ciascuno.

Penso di poter affrontare questa battaglia.
Penso di poterla vincere.

C'è una lunga storia dietro a questa malattia.
Vorrei raccontarla.

______


E' estate, c'è il sole, ci sono i gelsomini.
Il giardino di mia nonna è bello e profumato con tutti quei gelsomini
che si arrampicano sul pergolato.
Io ho 5 anni.

Sono in bicicletta.
Mi arreggo a uno dei pali di metallo del pergolato ...
Cerco l'equilibrio ...
Mi lascio andare ...
Pedalo e muovo lo sterzo cercando di non perdere
quella bellissima sensazione di controllo ed allo stesso tempo di fragilità della situazione ...
Raggiungo il palo successivo del pergolato posto qualche metro più in là
e mi arreggo di nuovo, pronto a ripartire per il palo successivo.

Così ho imparato ad andare in bicicletta.
Ero bello, capace, vitale, vispo.
Affrontavo la realtà.
Un passo per volta, un ostacolo alla volta.
Gli ostacoli erano giochi. Le difficoltà diventavano in breve tempo vittorie.

_______

{Nota: Non sono particolarmente abbattuto. Sento il corpo e la mente che reagiscono,
che cercano di realizzare una resistenza. Anche i dottori sono fiduciosi nell'esito della cura
che consisterà probabilmente nell'asportazione del testicolo. Non mi faccio un problema
di questa asportazione, tanto più che ovviamente il testicolo non funzionava più.
La cosa non lede il mio senso di virilità e vi dirò poi perché.
Il mio pensiero è ovviamente in questi momenti rivolto a ridurre i disagi per Luca e Linda.}

Ciao,
a domani,
guzman.








martedì 19 novembre 2013

Nascondino

Scrive la mamma.

Il babbo nasconde Luca tra le braccia e la mamma lo cerca per tutta casa. Luca ascolta attento e divertito la ricerca della mamma finché... eccolo!!!
Un abbraccio forte di Luca sembra dirmi: "Luca torna!!!".
Così inizia il gioco.
Anche Linda vuole nascondersi, il babbo la mette nel cesto delle giacche e mentre noi la cerchiamo lei sbircia in silenzio.
Poi tocca al babbo nascondersi ed è Linda a scoprirlo dentro il cassone.
Anche la mamma si nasconde e Luca la trova sotto al piumone.
E il gioco continua.
Pensavo fosse un gioco per più grandi il nascondino e invece questa sera è arrivato, e ci siamo divertiti tutti tantissimo.
Con il nido stiamo tutti e quattro affrontando una prima separazione grossa e in qualche modo il gioco
del nascondino è connesso.


ciao
mc

giovedì 14 novembre 2013

Alcune foto fatte da Luca.

E' difficile fare foto ai bimbi in questo periodo.
Sono abituati che giochiamo con loro.
Se tiro fuori la macchina fotografica sottoindendono che è una cosa che si può fare insieme,
se non addirittura una cosa per loro, e se la prendono.

Queste sono alcune foto fatte da Luca,
pigiando in maniera del tutto casuale o con il nostro aiuto.
Fra le svariate decine qualcuna si salva.








Siamo comparsi poco nelle foto io e maria carla,
mi piace pensare che cominciamo a comparire adesso
piano piano, in certo senso attraverso i loro occhi.

ciao,
guzman.

martedì 12 novembre 2013

Foto di Settembre

Francesca aveva fatto alcune foto ai bimbi a settembre.
Sono molto belle.
Le pubblicò adesso.

Grazie Francesca.












lunedì 11 novembre 2013

Scaffali

Scaffali.
La nostra casa è molto molto spartana.
Non ci sono sedie se non quelle dei bimbi, i letti sono materassi, non ci sono mobili
a parte poche scaffalature e varie cassapanche ...
La casa è cosi un po' per scelta, un po' per mancanza di tempo,
un po' per lasciare che prenda forma con calma
seguendo le spinte e le necessità dei bimbi.
I grandi spazi liberi aiutano a pensare ed a giocare.

Linda e poi Luca hanno preso il via a salire sulle scaffalature;
arrivano in cima e si mettono in piedi sull'ultimo ripiano:

Si, lassu, sull'ultimo ripiano !
ciao,
a domani,
guzman.

giovedì 24 ottobre 2013

Aria di rinascita

Due anni fa eravamo all'ospedale con Linda e Luca.
Quest'anno, più dell'anno scorso,
c'è nell'aria un senso di rinascita.
Tornano su le sensazioni, le voglie, le speranze, gli affetti, la tenerezza di due anni fa.
Il secondo anno è stato davvero molto impegnativo psicologicamente,
per mille motivi.
Il secondo anno dei bimbi costringe i genitori a riaffrontare tutto il loro passato.

Adesso, torna, bella, la voglia di affetto e tenerezza.







ciao,
guzman.


martedì 22 ottobre 2013

Con gli occhi di un bambino

Non è un tombino sporco.
E' una fantastica griglia, nera e dura sotto la quale scorre un fiume misterioso.
Se ci salti sopra oscilla lievemente e fa un suono metallico affascinante.
Ci voglio giocare ancora. Voglio indagare ancora questo oggetto.

Non è una scala in disuso con una balaustra polverosa e cadente.
E' una fantastica arrampicata che porta all'altezza degli alberi e del cielo.
E' la scala del circo dove io, con le mie uniche abilità, divento equlibrista e giocoliere.
In vetta troverò un castello pieno di oggetti sconosciuti.
Devo salire ancora. Voglio indagare ancora.

Così è il mondo per i bimbi.
Così è il mondo per i bimbi se li si lascia fare liberi.
Così succede ai noi quando li lasciamo andare all'avventura.

Non sempre è facile.
A volte la loro ossessività può dare alla testa.
Passare un'ora a sperimentare con una ringhiera sudicia
può essere frustrante per il genitore.

Ma è sano.
Molto sano.
Ne sono sicuro.
I bambini sanno cosa ha senso e cosa no.

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Linda è cresciuta tanto.
Sia fisicamente che di testa.
Si sta abituando all'asilo e la cosa ci rende contenti.
Ci ha fatto letteralmente impazzire per due anni:
tutta la sofferenza che ha passato nei primi mesi
è diventata durezza e ostinazione nel crescere.
Ma adesso sembra sempre più accennare a uno scioglimento definitivo.

Adora disegnare.
Adora cullare le bambole, o portarle in fascia.
Anche al nido tenta di consolare i bambini che cercano la mamma.
Adora arrampicarsi e fare esercizi fisici in generale.
Adora esplorare e guidare noi branco in posti sconosciuti.
Gli piace costruire con il lego.
Parla tantissimo e quando si deve addormentare
è capace di passare un'ora e mezza a chiaccherare senza pause ...

Può risultare estenuante,
ma sta diventando molto dolce.

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L'altro giorno Linda ci ha detto a parole sue:
io mi chiamo Linda ma Luca mi chiama Checca.
Ci ha fatto ridere, è vero.

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Rispondo qua a due commenti.

Silvia Gentilini ha detto...


Carissimi Guz e Maria Carla,
[...] Vi ho conosciuti grazie ad Annarita Ruberto, ho seguito tutto il pancione di Maria Carla e la vita dei vostri bambini. Oggi però non posso stare zitta! Ho letto il commento anonimo che avete ricevuto ed ho provato tanta rabbia! Quali genitori NON hanno problemi?? E le tragedie ci sono, eccome! Io vi ammiro per come avete cresciuto i vostri bambini, siete molto in gamba, lasciatelo dire a una che i "bambini" ormai ce li ha laureati....
Vorrei dirvi tante cose ma non voglio essere una "zia" (me lo permettete?) noiosa!
Qualche volta tornerò a farvi un saluto. A presto!!!
PS: sono una insegnante di matematica alle scuole medie, quindi abbiamo qualcos'altro in comune!
Ciao e continuate così
Anonimocristina ha detto...
Ma quanto sono cresciuti e cambiati questi bambini!! a guardare le foto di questi due ultimi post si vedono dei bambini grandi.Davvero,sono cresciuti tantissimo da quando li ho visti qualche mese fa,ma anche dalle foto del campeggio.Sono davvero dei bambini grandi,e belli.Bisognera' vederci perché senno' non li riconosciamo piu' ....a presto


Ciao Silvia,
non hai idea di quanto piacere ci ha fatto leggere il tuo messaggio,
adoro le zie perché dicono la cosa giusta nel modo giusto. Grazie infinite. Ciao, alla prossima, guz.

Ciao Cristina,
dici bene, sono cresciutissimi di testa e di fisico,
Quando potete siete sempre le benvenute, ci fa davvero piacere.
a presto, guz.

lunedì 21 ottobre 2013

Velocemente piano.

E' tutto molto complicato.
Per certi versi le cose vanno alla velocità della luce e non si riesce a descriverle.
Così è certamente per gli apprendimenti dei bimbi.
Per altri versi le cose vanno piano e faticano a trovare la loro sistemazione
rendendo in ogni caso difficile una descrizione.
Così è per l'adeguamento dei pensieri di noi adulti difronte ai cambiamenti della realtà.


Luca si appassiona ancora dei libri
ma i suoi interessi principali in questo periodo sono:
le interazioni con gli altri bambini,
dare calci al palloni,
tenere le cose al suo posto,
fare finta di cucinare,
affermare il suo diritto di proprietà sui giochi suoi o di altri: MIO !!!!!

- Nelle interazioni è timido e finisce per adottare una tecnica poco efficace:
prende a manate in testa gli altri bimbi.
Superato un po' lo shock iniziale abbiamo optato per non redarguirlo troppo:
cerchiamo di spiegargli che ci sono altre vie per interagire e per risolvere le questioni.
Non ha molto effetto per ora ma il metodo ci fa sentire abbastanza in pace
con Luca, e con i genitori degli altri bambini.

- Per la palla è proprio amore in questo periodo.











Fare le foto ai bimbi è molto più difficile adesso:
vogliono appropriarsi della macchina fotografica loro stessi
oppure, giustamente, vogliono che la metta via perché senno non posso giocare con loro.

Domani Linda.

ciao,
guzman.

domenica 20 ottobre 2013

Si allargano gli orizzonti

Piano piano il periodo difficile prodotto dall'inserimento al nido sta passando.
Ci sono ancora punte di negativismo estremo, di cupezza e di durezza,
però in vari momenti della giornata si respira di nuovo un bel clima.

In un post di giugno mai pubblicato scrivevo:

Fare meno.
Dopo un'anno e mezzo di impegno estremo.

E' arrivato il momento in cui i bimbi chiedono a noi di ... fare meno.
I bimbi hanno lavorato sull'identità, sulle relazioni, sulle separazioni
ed hanno acquisito abbastanza sicurezza da voler provare a fare un po' di cose da soli.

Ci abbiamo messo un po' a capire e ad accettare la situazione,
ma una volta capito, è via via emerso che si tratta effettivamente di una crescita importante.

Fare da soli. Mettersi alla prova. Tentare, fallire, riprovare, riuscire.
Con un po' meno protezioni.
E' sanissimo.
E ci dà anche un po' di respiro se si è in grado di capirne il senso.

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Adesso, la crescita di indipendenza dovuta all'asilo già si sente.
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Racconto di queste foto domani ...

ciao,
guzman.