Scuola: Cabri - Disegni - Sketchup

giovedì 2 ottobre 2014

A caso.

Scrivo a caso, di tante cose.

Scrivo per cominciare della mia ingenuità nel credere
che la vita sia facile e che tutto si possa superare.
Ingenuità che diventa identità quando poi si riesce.

Scrivo della scuola materna di Luca e Linda
che, nonostante l'ovvio impegno che richiede a tutti,
sta piacendo a noi ed ai bimbi.
Tornano stanchi, un po' nervosi talvolta, ma si avverte,
molto più dell'anno scorso, che si tratta di un impegno sostenibile.
Si avverte che il distacco da noi non è più traumatico
e che ciò che accade a scuola viene visto come interessante.

Scrivo di Picasso. Siamo andati a vedere la mostra su Picasso
che c'è adesso a Palazzo Strozzi. Ci siamo andati con i bimbi.
Eravamo disposti a starci anche solo venti minuti.
Ci siamo stati invece un'ora e mezza, anche grazie ad uno spazio
dedicato ai bambini con libri, fogli e matite.
Era bello sentire parlare Luca e Linda di "Picasso".
Non so bene che cosa significasse per loro "Picasso", la parola "picasso" intendo.
Capivano qualcosa riguardo al fatto che i quadri nella mostra
li aveva dipinti un certo "Picasso" e che costui si sarebbe arrabbiato molto
se disegnavano sui suoi quadri con i pennarelli ...
ma poi aggiungevano commenti che lasciavano capire che il significato di "picasso"
era nelle loro menti una nube informe.
Linda per esempio ha detto che Milena (la sua bambola preferita)
aveva incontrato Picasso a roma ... ok, tutto bene fino a qui ...
e poi ha aggiunto che era un picasso tutto rosa perché era da femmine.
Boh!? .... Adoro i commenti dei bimbi.


Scrivo, ancora, di Linda che adora i bambini piccoli.
Fa domande sui bambini in pancia, sul parto e passa ore con la sua bambola.
In questi giorni ha anche lei la sua bambina in pancia, sulla pancia,
l'ha chiamata giuggiola:

Scrivo di Luca. Adora le simulazioni: il mercato, il cantiere, il ristorante, ...
Quando è il momento del cantiere, ossia per metà del tempo in cui gioca,
tutti i giochi che abbiamo (tubi, lego, incastri, animali, macchinine, ...)
diventano materiale per l'edilizia
e quando è il momento del mercato e del ristorante, ossia l'altra metà del suo tempo,
tutti i giochi si trasformano in pizze ed ortaggi.
Sono mesi che non vediamo usare i giochi per l'uso per cui sono stati previsti.

cantiere e mercato nella stanza dei giochi
Sono ormai mesi anche che Luca e Linda chiedono il perché di tutto.
La parola "perché" vuol dire tante cose per loro:
"me ne parli ancora?", "come funziona?", "che significa?" ...
A volte entrano in loop e continuano a chiedere perché ad oltranza,
anche quando non ha più senso ... tipo: "guarda c'è un gatto nero" "perché".

per oggi basta,
continuo presto ancora a caso ...
ciao,
guzman.



2 commenti:

Unknown ha detto...

io non l'ho mai avuta una camera così, avevo un babbo che se solo facevo un rigo al muro m'avrebbe anche denunciato...se un giorno rinasco spero che il mi babbo si chiami Guz ...ma anche una mamma Mariacarla...a presto
P.S...è stato bello incontrarvi e quei bimbi dal vivo sono ancora più belli

Guzman ha detto...

Nella stanza dei giochi si può disegnare sui muri ...
contrariamente a quello che si potrebbe pensare, siccome li si può disegnare sui muri non gli è mai venuto da farlo altrove ... perchè il posto per farlo è li.
Se hanno un posto in cui farlo sono contenti.

Devo dire che ormai gli è passata, adesso preferiscono carta e pennarelli, però per un paio di anni è stato stimolante poter disegnare al volo ovunque in tutta la stanza.

ciao,
a presto,
guz.